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COMUNE DI ALPIGNANO





ALPIGNANO:
IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
E LA PRIMA GIUNTA COMUNALE
1945 - 1946

 

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A cura del
Gruppo di ricerche storiche alpignanesi
su proposta deliberata
Comitato Comunale Permanente per l'Affermazione
dei Valori della Resistenza e dei Principi della
Costituzione repubblicana



ALPIGNANO 1998


 

Ricerche e coordinamento scientifico:
Marina Baudraz, Mariella De Vietro, Giovanni Mattutino, Giancarlo Straulino.

Testo:
Giancarlo Straulino.

Biografie:
Mariella De Vietro, Giovanni Mattutino.

Coordinamento redazionale:
Maria Lautieri.

Fotocomposizione e stampa:
Tipografia F.B. s.n.c. di A. Fantuzzo & C.- Alpignano.

Si ringraziano:
Giuseppe Accalai, Sindaco di Alpignano Mauro Stoppa, Assessore alla Cultura Gianpiero Bazzano Vito Bonadies Giulietta Brozzi Francesca Ciccolella Ernesto Cullino Elda Dosio Luciano Frigeri Amedeo Mandelli Franca Mariano Franco Nervo Famiglia Oberto Tullio Pinelli Gino Polidori Famiglia Pralotto Paola Ramello Carmen Taglietto

Si ringrazia, per la preziosa e proficua collaborazione, Luciano Boccalatte e Dada Vicari, dell'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte.

A tutti coloro che, con cortese disponibilità, hanno fornito lettere, documenti e materiale iconografico, va la gratitudine dell'Amministrazione Comunale di Alpignano.



In copertina:
Municipio, piazza Vittorio Veneto e pilone votivo dedicato alla Madonna Assunta. Cartolina illustrata, anni Quaranta. (Collezione Mariella De Vietro)


INDICE

Presentazione
Prefazione
Alpignano: il Comitato di Liberazione Nazionale e la prima Giunta Comunale 1945-1946
    Qualche linea di storia
    Il CLN in Piemonte
    Il CLN ad Alpignano
    Un'idea di autonomia e governo locale

Biografie
Documenti
Fonti archivistiche, fonti orali, bibliografia


Presentazione

   Questa Amministrazione ha accolto e posto fra le sue finalità la ricerca sulla storia del CLN di Alpignano e della amministrazione locale negli anni 1945-46, peraltro già inserita nel ricco programma triennale presentato dal "Comitato Comunale Permanente per l'Affermazione dei Valori della Resistenza e dei Principi della Costituzione Repubblicana", in occasione dei 50 anni della Resistenza e della nostra Costituzione.

   La sua realizzazione rappresenta quindi il puntuale raggiungimento di un obiettivo importante sotto il profilo storico, culturale ed educativo.

   Questa iniziativa è prevalentemente indirizzata ai giovani, col massimo coinvolgimento delle scuole, per la valorizzazione della storia locale e dei vari momenti che hanno caratterizzato il recente passato del nostro paese, dalla Resistenza alla fase di ricostruzione di una vita democratica.

   È con vera gratitudine che ringrazio il Comitato promotore di questa iniziativa e il Gruppo di Ricerca Storica Alpignanese, che ha lavorato con impegno ed entusiasmo affinché questa pubblicazione vedesse la luce.

   Un particolare ringraziamento va al professore Claudio Dellavalle che ha curato la puntuale prefazione e contribuito con preziosi suggerimenti alla realizzazione di quest'opera.

   Un ringraziamento infine a tutti quelli che hanno reso possibile questo lavoro; un altro pezzo della storia locale della nostra comunità può essere quindi messo a disposizione di tutti gli Alpignanesi.

Il Sindaco
Giuseppe Accalai


Prefazione

   In queste pagine è racchiusa un'esperienza di vita politica e civile breve, ma intensa. La ricostruzione storica degli avvenimenti e degli atti amministrativi ha utilizzato sapientemente la documentazione proposta dal Comitato di liberazione nazionale (CLN) di Alpignano sia nella fase della clandestinità, sia in quella successiva, della difficile ripresa dopo gli sconvolgimenti della guerra e della lotta di liberazione fino alle prime elezioni libere. Può apparire, ma non è storia marginale, locale o peggio localistica; ma così non è se appena si pensa alle implicazioni di largo raggio che sono individuabili in molti passaggi di questa storia della comunità di Alpignano. Ad esempio, le elezioni amministrative che chiusero l'esperienza del CLN e della Giunta popolare, furono il primo atto di una cittadinanza in uno stato di diritto riconquistato a prezzi molto alti. Non è facile, tuttavia, dare conto in modo esaustivo del passaggio cruciale, condiviso per altro con migliaia di altre comunità del nord, costituito dagli anni 1943-1946.

   Vicende locali, legate a persone ancora presenti nella memoria, si intrecciano a vicende generali su piani diversi. Non sempre il documento risponde alle domande che gli vorremmo fare, perché la rigidità del linguaggio burocratico o la parzialità dell'informazione ricavata non ci consentono di mettere bene a fuoco il dramma collettivo e le soluzioni che allora uomini e donne elaborarono per fronteggiare gli eventi, o semplicemente per difendersi. A volte solo rapidi cenni ci fanno intuire la presenza della guerra, della violenza sia essa quella dei bombardamenti o quella legata allo scontro tra fascisti e tedeschi da una parte e partigiani dall'altra (ma straordinario è il documento che ci racconta la fase finale della guerra e che giustamente è stato integralmente riportato).

   Qua e là affiorano i segni delle difficili condizioni di vita della popolazione: la scrematura del latte, i conflitti sulla distribuzione della farina o della legna, il bruciarsi delle scorte alimentari, assillo continuo e a lungo presente nelle scelte e nelle attività degli uomini del CLN. Problemi elementari, ma proprio per questo problemi gravissimi, che possono far saltare le regole della convivenza e imporre la legge del più forte. La responsabilità dimostrata proprio su queste questioni dal CLN e Giunta mi sembra un aspetto di notevole rilievo su cui riflettere, perché non c'era ne stato, ne altra autorità che chiamasse questi uomini e donne a farsi carico dei problemi della comunità. Queste persone non sono eroi. Certo, c'è la figura eccezionale del sindaco Chiri, la cui forza e coerenza morale è indubbiamente inusuale. Ma sono pochi quelli come lui che pagando prezzi altissimi riescono a dire di no per convinzione e coerenza ai compromessi, assumendo apertamente la sfida. Gli altri sono persone normali, che la pensano anche in modo diverso e hanno i problemi che tutti gli altri hanno: il lavoro, i figli, la famiglia. Eppure si impegnano per quello che ritengono il bene comune e in nome di questo obiettivo limitano le differenze di visione, di politica per cercare ciò che li avvicina, che consente loro di lavorare insieme.

   E' una lezione straordinaria: non ci sono parole che la illustrano adeguatamente; sono i fatti, quelli contenuti nei documenti e quelli che nessuno ha riportato a fare di queste persone dei maestri di educazione civile, di moralità pubblica. Guardando al loro operato a 50 anni e più di distanza si può ben dire che anzichè essere rimpiccioliti dal tempo, questi uomini e queste donne ne escono ingranditi. La politica, il far politica in un certo modo è una grande prova di vivere civile, di essere uomini veri, donne vere.

   Una grande lezione quindi, che si traduce anche in uno sforzo di elaborazione politico istituzionale con la proposta di rafforzamento delle autonomie locali di cui quegli amministratori-politici si fecero promotori. Proposta che la Costituzione, nata dalla Resistenza (bisogna pur ribadirlo ogni tanto a chi "revisiona" o "strumentalizza" i meccanismi della storia) ha accolto, ma che i governanti non hanno poi potenziato e sviluppato. Una cosa non piccola, dunque, e non marginale se ancora oggi siamo qui a discutere di autonomie locali e di quale federalismo costruire. Guardare dentro la storia, la nostra storia può aiutare a capire; grazie quindi al Comune di Alpignano, al Comitato promotore dell'iniziativa e ai ricercatori che hanno colto un'occasione per farsi storici e buoni cittadini.
Claudio Dellavalle *


Torino, ottobre 1998


* Docente di Storia Contemporanea presso l'Università di Torino, Presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte.


 

 

Alpignano: il Comitato di Liberazione Nazionale
e la prima Giunta Comunale
1945 - 1946

Qualche linea di storia

Prima di trattare l'operato del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e della Giunta Comunale alpignanese nell'immediato dopo guerra è doveroso illustrare come è nato il CLN, gli scopi che si prefiggeva e come ha operato nella fase 1943 - 45. Il CLN è l'unione di partiti e di movimenti politici costituitosi con l'intento di dirigere e coordinare la resistenza contro le truppe tedesche occupanti ed i loro sostenitori fascisti, nell'ultima fase della seconda guerra mondiale. A Liberazione avvenuta, costituirono le strutture politiche che espressero i primi governi locali (giunte comunali).

opu3 (496K) Questi comitati nascono dalla trasformazione dopo 1'8 settembre '43, data dell' armistizio italiano e dell'occupazione tedesca di gran parte della Penisola, di semplici organi del "Fronte della Libertà" creati dagli esponenti politici perseguitati dal regime fascista dichiarato decaduto con l'arresto del suo massimo esponente e Capo del governo, Benito Mussolini, il 25 luglio '43. Già nel maggio '43 si erano svolti a Roma, in piena clandestinità, colloqui fra l'esponente del Partito comunista Concetto Marchesi ed i liberali Bergamini e Casati convinti che la lotta al fascismo era alla stretta finale e che bisognava agire. Ma è a Milano, in giugno ed il 4 luglio, che si riuniscono in forma allargata gli esponenti dei Partiti comunista, democristiano, liberale, socialista, d'azione e del movimento per l'unità proletaria (MUP). Gli esponenti di questi due ultimi propongono la rivoluzione delle masse proletarie mentre tutti gli altri, compresi i comunisti, sono disposti a servirsi dei Savoia, pur dissociandosi dal loro operato recente, per abbattere la dittatura fascista.

I contrasti all'interno del Fronte della Libertà e più ancora l'esiguità e l' impreparazione delle forze fa sì che la sua partecipazione al colpo di stato del 25 luglio '43 è nulla anche se i grandi scioperi di marzo, messi in atto nelle città industriali del nord e fortemente voluti dal Fronte, sono stati una delle spinte alla caduta del Regime.

Anche dopo il 25 luglio, benchè formalmente riconosciuti, i Partiti sono tenuti fuori dalla struttura del potere poichè si è passati da una dittatura fascista ad una regia. E' molto attivo in questo periodo il raggruppamento milanese che chiede di uscire dalla guerra, di accelerare la liberazione di tutti i prigionieri politici incarcerati dai fascisti, il ripristino delle libertà civili e politiche e la costituzione di un governo di espressione popolare. Il 23 agosto, su questo tema, lancia al Governo quasi un ultimatum dicendosi disposto al ricorso delle armi.

Ma la situazione precipita 1'8 settembre con l'annuncio dell'armistizio, la fuga del Re e del Governo ed il conseguente sfacelo dell'esercito abbandonato con ordini ambigui. Già il 9 settembre il Fronte romano assume nella Capitale il nome, seguendo il modello francese, di Comitato di Liberazione Nazionale che viene denominato "centrale" ed è formato dai politici Scoccimarro ed Amendola per i comunisti, Nenni e Romita per i socialisti, La Malfa e Fenoaltea per il Partito d' azione, Ruini per i democratici laburisti, De Gasperi per la democrazia cristiana, Casati per i liberali e Bonomi, in qualità di Presidente, di corrente socialista moderata.

Anche nelle altre parti d'Italia nascono i CLN, ma nel Sud hanno vita breve sia per l'avanzata delle truppe Alleate, sbarcate in Sicilia il 10 luglio '43, sia per lo scarso apporto del movimento dal basso della società meridionale. Così pure il CLN romano ha una vita travagliata dovuta sia ai contrasti interni fra moderati ed oltranzisti sia ai rapporti con le forze partigiane molto eterogenee e fortemente caratterizzate in senso monarchico. Al Centro e al Nord invece, i CLN possono contare sull'apporto sia delle masse operaie che della popolazione e di un ben organizzato nucleo armato, espressione del Corpo Volontari della Libertà (CVL).

Il 31 gennaio 1944, pochi giorni dopo lo sbarco ad Anzio che presagiva l'imminente liberazione della Capitale (avvenuta solo il 4 giugno), il CLN milanese, per la sua attività politica e per la sua posizione geografica al centro della pianura padana, veniva investito dei poteri di Governo straordinario del Nord assumendo il nome di Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI).

Il 31 agosto '44 il CLNAI invitava i CLN regionali e provinciali alla costituzione di CLN periferici necessari per rendere la lotta capillare e nello stesso tempo formare gli uomini che, a liberazione avvenuta, avrebbero dovuto assumere le cariche di governo per avviare il rinnovamento democratico della vita nazionale.

Al momento dell'insurrezione il CLNAI era formato da Luigi Longo ed Emilio Sereni per il Partito comunista, Ferruccio Parri e Leo Valiani per quello d' azione, Achille Marazza ed Augusto De Gasperi per il democristiano, Giustino Arpesani e Filippo Jacini per il liberale, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini per il socialista.

Il CLN è l'espressione di un vasto movimento con visioni politiche diverse, ma con un programma comune preciso: combattere i Tedeschi ed il fascismo. Una parte delle forze presenti nel CLN vedeva lo stesso CLN come uno strumento adatto a rinnovare alla radice la struttura politica, amministrativa, economica e sociale della Nazione inserendo nella vita attiva di questa anche quei ceti popolari che praticamente erano stati esclusi dalla vita pubblica.

opu4 (883K) L'attività svolta dai CLN fu molto varia e la loro organizzazione fu assai differente da luogo a luogo. E' importante rilevare che essi assunsero la funzione di organi dirigenti e di governo legittimo in nome dell'antifascismo, di fatto distinguendosi così non solo dal Governo della Repubblica di Salò, che i fascisti costituirono nel centro nord dopo 1'8 settembre, ma anche dallo stesso Governo badogliano, rappresentante legittimo dello Stato al sud. Si determinò perciò un dualismo che verrà mantenuto anche dopo la liberazione della Capitale e la costituzione del primo Governo politico presieduto da Ivanoe Bonomi, ritenuto peraltro espressione fattiva del CLN.

Più vasti e complessi furono i compiti assolti dal Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), operante nell'Italia settentrionale ancora divisa dai territori già liberati. Comitato, che nell'estate '44, viene riconosciuto legittimo rappresentante del Governo centrale e con il quale i rapporti divennero più stretti senza però che venisse intaccata quella autonomia, anche nei confronti degli Alleati, ispirata ai principi di un rinnovamento radicale. Autonomia esercitata da tutte le formazioni partigiane raggruppate nel Corpo Volontari della Libertà (CVL), attraverso l'amministrazione della giustizia, l'emissione dei prestiti, l'imposizione di tributi, requisizioni, distribuzioni ecc. Nè mancarono esperimenti di governi autonomi nelle zone libere con la costituzione delle "Repubbliche Partigiane" in contrapposizione al regime nazifascista.

Sostanzialmente i CLN diressero la lotta armata tramite i Comitati militari, coordinando l'insurrezione popolare contro i Tedeschi ed i fascisti; questa partecipazione al nord e l' impegno delle Forze armate regolari operanti con le truppe Alleate al sud, modificarono sensibilmente le intenzioni punitive degli Alleati nei confronti del paese, a seguito dell' armistizio firmato "senza condizioni". Infatti durante le fasi per la firma del trattato di pace, avvenuta a Parigi il 10 febbraio '47, l'allora primo ministro Alcide De Gasperi potè partecipare non come rappresentante di una Nazione nemica vinta ma come "belligerante". Il prezzo della pace in termini territoriali fu tuttavia oneroso non solo per la perdita di tutte le Colonie e della Libia, ma anche di parte di suolo nazionale, pesante punizione dell' agressività del nazionalismo fascista: alla Francia furono ceduti i territori di Briga e Tenda in Val Roja oltre ad alcune variazioni di confine in Val di Susa e Valle d'Aosta; alla Jugoslavia andò gran parte della Venezia Giulia e di tutta l'Istria salvando a stento la città di Trieste, mentre alla Grecia venivano cedute tutte le isole del Dodecaneso.

Il CLNAI era ramificato in Comitati regionali, provinciali e comunali. Questi ultimi, in modo particolare nelle grandi città, erano a loro volta articolati in una organizzazione capillare di rione, di azienda, di fabbrica, di scuola. Controllavano potenzialmente tutti i settori della vita del territorio preparandosi al movimento insurrezionale ed alla conseguente necessità di provvedere al governo della cosa pubblica fino all'arrivo del Governatore Militare Alleato (GMA).

I CLN raggiunsero la massima affermazione politica durante il governo di Ferruccio Parri, uno dei fondatori del Partito d'Azione e vicecomandante con Luigi Longo del Comando militare nel CLNAI. Parri fu eletto capo del governo il 19 giugno '45 ma la caduta del suo ministero il 22 novembre dello stesso anno segnò la sconfitta dell'azione di rinnovamento rivoluzionario che era il fine ultimo del CLN. Ciò fu dovuto in parte a ragioni esterne ma in parte anche a ragioni legate alla medesima costituzione dei comitati perchè vigeva in essi il principio dell'unanimità e bastava perciò il voto contrario di uno solo dei partiti che li componevano (Comunista, d'Azione, Democristiano, Socialista, Liberale e Democratico del Lavoro) per paralizzare ogni iniziativa.

I CLN restano tuttavia, nella storia italiana come gli organi dirigenti di quel moto di liberazione che, con una partecipazione di forze popolari più vasta di ogni altro momento del passato nazionale, ha dato vita alla Repubblica democratica ed alla sua Costituzione. In essi nel corso della guerra si formò ed apprese a far politica, insieme ai vecchi militanti antifascisti, una nuova élite in opposizione a quella fascista e diversa da quella prefascista. Lo spirito innovatore dei CLN del Centro e del Nord è l'eredità più alta dell'ultima prova affrontata dal popolo italiano per rinascere dopo il ventennio fascista.

Il CLN in Piemonte

Fra le strutture politiche del nord una parte di rilievo fu assunta dal Cln regionale che onerava a Torino e dal suo ornano militare. il Comitato Militare Regionale Piemontese (CMRP) ispiratore e coordinatore dell'attività delle formazioni partigiane molto radicate sul territorio tanto da impegnare militarmente forti contingenti di truppe nazifasciste (valutate in alcune decine di migliaia di uomini) distogliendole dai fronti.

opu5 (148K) Una parte dei vertici del comitato militare, formato sia da militari che da civili, il primo aprile '44, a seguito di delazione, veniva cattu-rato all'interno del Duo-mo di Torino e in altri luoghi della città. Dopo un processo farsa, volu-to personalmente da Mussolini, il 3 aprile venivano condannati a morte il generale Giuseppe Perotti, comandante il Comitato, i capitani Franco Balbis e Giulio Biglieri, il sottotenente Enrico Giachino, gli operai Quinto Bevilacqua ed Eusebio Giambone del Partito comunista, gli impiegati Paolo Braccini e Massimo Montano del Partito d'azione. Gli otto venivano fucilati al poligono di tiro del Martinetto il 5 aprile.

Benchè il comando fosse stato in parte decimato altri presero il posto dei caduti sostituendoli validamente. All'inizio del '45 il CMRP, con l'approssimarsi della fase finale, elaborò il piano per la sincronizzazione del movimento insurrezionale impartendo nel frattempo, ordini di attacco generale al nemico per indebolirne e scompaginarne le forze.

Ma le traversie del Comitato Militare Piemontese non erano finite: il 31 marzo '45 le SS tedesche catturavano il suo nuovo comandante, il generale Alessandro Trabucchi, che veniva tradotto a Milano e rinchiuso nel carcere di San Vittore. Il 26 aprile, con l'insurrezione, veniva liberato e con un viaggio avventuroso riusciva a raggiungere Torino il 27 appena in tempo per riprendere il comando.

La sera del 24 aprile, CLN e CMRP, emanavano l'ordine "Aldo dice 26x1" che stabiliva l'insurrezione generale per le ore una del giorno 26 assegnando alle varie divisioni e brigate partigiane dislocate sulle montagne e colline un giorno di tempo per raggiungere gli obiettivi assegnati mentre le Squadre d'Azione Patriottiche cittadine (SAP), con gli operai, presidiavano stabilimenti ed impianti. La liberazione del capoluogo riuscì perfettamente e può essere considerata uno dei successi politico-militari più rilevanti dell'esperienza resistenziale.

Alla liberazione facevano parte del CLNRP Franco Antonicelli, con funzioni di Presidente, e Paolo Greco per il Partito liberale; Andrea Guglielminetti per la democrazia cristiana; Mario Andrei e Alessandro Galante Garrone per quello d' azione; Rodolfo Morandi e Giorgio Montalenti per il socialista; Giorgio Amendola ed Amedeo Agelmi per il comunista. Quello militare era tenuto dal generale Alessandro Trabucchi con vicecomandanti Francesco Scotti ed Osvaldo Negarville.

 

 

Il CLN ad Alpignano

Anche ad Alpignano si costituisce il CLN. Esso nasce nell'agosto del '44 per volere, in particolare, di Gino Polidori, militante comunista legato sia alle formazioni partigiane garibaldine che ai rappresentanti torinesi del suo partito.

opu6 (398K) Fino al dicembre dello stesso anno erano rappresentati nel CLN due soli Partiti. Quello comunista con Gino Polidori ed Emilio Chiri, e quello democristiano con Aristide Bazzano, Vincenzo Dosio e il geometra Daniele Oberto, esponente di rilievo della DC piemontese e membro del Comitato Militare in seno al CLN regionale dove svolgeva le funzioni di collegamento con le formazioni partigiane della Valle di Susa.

La legittimazione da parte del CLN regionale è datata 12 marzo '45; a fine marzo entrano nel Comitato esponenti di altri partiti politici: Alessandro Rech per i socialisti, Vittorio Gamba per gli azionisti e l' avvocato Tullio Pinelli per i liberali.

Quest'ultimo, per le vaste conoscenze in ambito torinese, fa sì che i rapporti fra il CLN locale e quello regionale diventino sempre più stretti e stabili per essere preparati, nell'im-minente fase insurrezionale, sia dal lato militare con la locale SAP sia da quello civile: predi-sporre il passaggio alla vita democratica, esprimendo le persone a cui affidare l'amministrazione del comune.

Il primo maggio 1945, giorno effettivo della liberazione di Alpignano dalla dominazione nazi-fascista, il CLN locale cessava le sue funzioni clandestine; con il passaggio in mattinata dell'ultima Colonna tedesca in ritirata la guerra poteva finalmente dirsi cessata (la resa delle truppe tedesche in Italia verrà ufficializzata il giorno successivo 2 maggio).

Nella stessa giornata il CLN, dopo la cerimonia al Camposanto per ricordare tutti i Caduti, presenti la SAP locale e la popolazione, si riunisce in Municipio per l'elezione del Sindaco, del Vice sindaco e della Giunta Comunale. Fanno parte del CLN le seguenti persone: Bazzano Aristide (Presidente), Chiri Emilio, Pinelli Tullio, Pralotto Battista, Polidori Gino.

Sono inoltre presenti altre otto persone rappresentative della realtà alpignanese: Dosio Vincenzo, Allais Mauro, Allemani Emilio, Mina Arnaldo, Cucco Celestina, Sanmartino Giuseppe, Abelli-Riberi Achille e Taglietto Luigi.

Emilio Chiri illustra i criteri da adottare, in attesa di una regolare espressione popolare, per le nomine comunali. All'unanimità viene eletto sindaco Chiri, operaio, comunista, mentre le funzioni di Vice sindaco sono demandate a Vincenzo Dosio, agricoltore, democristiano. Quale Segretario comunale viene riconfermato Bartolomeo Pipino essendo questa carica non di carattere politico: oltre a svolgere la sua funzione specifica, è anche responsabile dell' Annona.

Assegnate le cariche, il CLN e la Giunta devono affrontare e cercare di risolvere gravissimi problemi: l'approvigionamento alimentare e delle merci, il lavoro e gli alloggi. Viene deciso che l' Annona venga coordinata da un apposito "Comitato per l'Alimentazione"; il passaggio dei poteri dal segretario al comitato verrà curato da Mauro Allais.

La mancanza di quasi tutte le materie prime essenziali, carbone, petrolio, ferro, gomma, cotone ecc. era il risultato della catastrofica gestione della guerra, nel corso della quale si era manifestata una crescente insufficienza della produzione alimentare per coprire il fabbisogno interno, provocano con il passare del tempo una rarefazione se non addirittura la sparizione delle merci con conseguente instabilità dei prezzi. Essendo tutta la merce sottoposta a prezzi calmierati nasce il fenomeno della vendita a "borsa nera" con prezzi via via in aumento.

Le ripercussioni sulla popolazione urbana sono gravissime; meno pesante per quella rurale che ha la possibilità di reperire o di produrre prodotti alimentari.

Su tutta la popolazione incombe inoltre il pericolo delle incursioni aeree e dal luglio '43 all'aprile '45 anche della guerra combattuta sul territorio nazionale. Oltre a bombardamenti mirati ad impianti industriali e a strutture militari si ricorre, particolarmente nelle grandi città, a bombardamenti indiscriminati volti a fiaccare il morale dei civili. Molte abitazioni subiscono danni gravissimi con conseguente necessità per gli scampati, se ne avevano le possibilità, di sfollare nei paesi limitrofi accontentandosi di vivere in stanze al limite dell' abitabilità. Lo sfollare tuttavia non sempre allontanava il pericolo: ad Alpignano la sera del 4 febbraio '43 vengono distrutte alcune case e uccise undici persone, quattro di queste erano sfollati.

Il primo maggio 1945, se è un giorno radioso per la concomitanza della Festa del lavoro e dell' avvenuta liberazione, trova peraltro, il paese prostrato e senza risorse. Con lo slancio dell'entusiasmo e del cambiamento il CLN e la Giunta affrontano i problemi dando la priorità all'alimentazione distribuendo i prodotti requisiti lasciati dai Tedeschi. Nella seduta del 17 maggio 1' Amministrazione alpignanese invita le maestranze dei locali stabilimenti, affinchè il lavoro, nei limiti consentiti dalla disponibilità di materie prime e di energia, venga regolarmente ripreso.

La Giunta si riunisce nuovamente giovedì 27 maggio, ordine del giorno: il problema alimentare. I 200 quintali di farina recuperati dalle SAP presso il mulino della Barca il 27 aprile, nell'euforia della liberazione, sono stati distribuiti con troppa leggerezza e scorte quasi non esistono. Ad un negoziante, autorizzato anche a "spaccio del pane", viene imposta la chiusura per tre giorni a causa di gravi irregolarità nella distribuzione. Per ogni tessera annonaria è fissata una razione giornaliera di pane di circa 200 grammi.

Già il 9 maggio era stata tenuta una riunione informale fra il Sindaco, il responsabile dell'Annona ed alcuni membri della Giunta con sei panificatori locali e tre mugnai per analizzare la possibilità di garantire la distribuzione giornaliera di pane alla popolazione e definire il relativo prezzo di vendita. Questo viene fissato in £ 5 al Kg. anche se i panificatori asseriscono che tale prezzo non è remunerativo per gli alti costi della legna da ardere - 250 al quintale - ed il sale che comporta un' onere di £ 70 per ogni quintale di pane prodotto (già dall'inizio del '44 il sale è diventato un bene quasi introvabile; a Ventimiglia i panettieri, per impastare la farina, usano l'acqua marina che viene trasportata con damigiane anche in Piemonte e commercializzata). Sul problema pane ad Alpignano viene coinvolto anche il CLN provinciale, al quale il CLN della ditta SABIF (Società Anonima Brevetti Italiani Farina), con sede in Torino ma con lo stabilimento decentrato in Alpignano, con lettera datata 4 giugno '45 comunica che il CLN alpignanese "ha proibito la distribuzione del pane agli sfollati stessi per tutti i giorni della settimana, dando in sostituzione farina". Il CLN SABIF si chiede perchè "proprio ora una parte di compagni venga privato di un genere di immensa portata" chiedendo che venga effettuata una immediata ispezione. Questa avviene il 22 da parte degli ispettori Rinaldi e Mussio: la lagnanza risulta infondata perchè il Municipio, seguendo le disposizioni prefettizie, ha provveduto ad escludere dalla distribuzione gli sfollati che "non vogliono procurarsi le tessere annonarie del comune" di Alpignano.

Altro problema è la mancanza di latte. Gli agricoltori consegnano alla locale "Centrale del latte" dai 220 ai 250 litri di latte al giorno, non sufficienti al fabbisogno della popolazione. Per disposizione prefettizia, i produttori, devono consegnare tutto il latte prodotto, non scremato, alla centrale la quale prima di distribuirlo, sempre mediante tessera, è autorizzata a ridurne la percentuale di grasso con il quale produrre burro, da distribuire separatamente. Il prezzo all'ammasso non è remunerativo e pertanto una parte è venduta o scambiata direttamente dai produttori a prezzo di mercato. Sul problema latte si ritorna a parlare nella seconda riunione di sabato 2 giugno nella quale viene deliberato, per sopperire alla gravissima carenza di oli e grassi, di ridurre la percentuale della scrematura e di effettuarla soltanto nei giorni dispari permettendo così alla popolazione di produrre in casa il burro.

Il CLN e la Giunta si occupano non solo di alimentazione. Con il passare dei giorni e con il lentissimo ritorno alla normalità si affrontano altri problemi: l'utilizzo della ex casa littoria sede del Partito fascista e delle organizzazioni giovanili, che viene ribattezzata "Casa del Popolo", della caserma Damiano Chiesa e delle sue casermette, l'una e le altre ora occupate da famiglie di sfollati.

opu7 (92K) Nella riunione del 9 giugno è accettata la pro-posta presentata dal membro del CLN Gino Polidori per una lapide da murare sul Palazzo Comu-nale per ricordare ai posteri la data storica del primo maggio 1945, gior-no della Liberazione del paese dalla oppressione nazifascista. Già il 7 mag-gio il CLN e la Giunta, me-diante manifesti, avevano espresso sentimenti di riconoscenza e ringrazia-mento nei confronti del parroco don Giovanni Vitrotti per l'opera svolta a favore dei partigiani e della popolazione.

Si discute di variazioni toponomastiche alle vie cittadine, di erigere una "Tomba comune per i Caduti della Libertà", della vendita dei materiali recuperati dai 20 vagoni ferroviari abbandonati dalle truppe tedesche alla stazione.

Si provvede alla vendita di un immobile di proprietà comunale per poter disporre di liquidità per rimpinguare la cassa civica vuota.

Sul problema finanze verte la riunione di sabato 30 giugno. La "Commissione Recuperi", a suo tempo costituita, espone quanto è stato fatto per collocare sul mercato, al prezzo migliore, tutto il materiale non bellico abbandonato dal nemico. Visto il parere favorevole alla vendita espresso dal Comando Alleato, con la clausola che il ricavato venga utilizzato per le esigenze di cassa del Comune, viene deliberato che siano estinti i due mutui bancari contratti nel 1940 e scadenti nel 1960 per la costruzione del Ponte Nuovo - ammontanti a £ 922.556,16 - attingendo dalla somma di £ 1.195.719 già incassata alla data del 30 giugno.

Sabato 28 luglio '45 viene deliberata la nuova toponomastica con la sostituzione dei nominativi a vie e piazze che ricordano persone o date legate al passato regime. Le modifiche apportate sono le seguenti:

Piazza Littorio in Piazza dei Caduti
Piazza Vittorio Emanuele II in Piazza Bellingeri
Via 28 ottobre in Via Garibaldi
Via 21 aprile in Via Primo maggio
Via M. Bianch in Via San Gillio
Via 18 novembre in Via Mazzini
Via Re Umberto in Via Marconi
Via Vittorio Emanuele II in Via Matteotti
Via Ettore Muti in Via della Liberazione

opu8 (379K) E' interessante notare come l'intervento tocchi anche le vie intitolate ai Savoia, segnale di una rottura non più recuperata.

Non solo si cambiano nomi alle vie, si provvede anche a sistemare il manto stradale di quelle maggiormente danneggiate dagli eventi bellici.

Nel frattempo l'estate è passata e con l'avvicinarsi dell'inverno bisogna affrontare il problema legna: è oggetto di analisi nella nona riunione di sabato 13 ottobre che si svolge in Municipio contrariamente alle otto precedenti tenute nella "Casa del Popolo". I boschi della zona sono già stati spogliati abbondantemente negli ultimi periodi della guerra per cui anche la legna è diventato un bene prezioso e quasi raro. L'unica fonte disponibile, al momento, è il bosco della proprietà della famiglia del conte Pinelli che ne ha autorizzato l'utilizzo. Con il suo abbattimento si potranno ricavare circa 400 quintali di legna verde. Il fabbisogno per l'inverno '45/46 è stimato in 10.000 quintali! Viene nominata una "Commissione" composta da cinque membri allo scopo di disciplinare nel miglior modo possibile sia il lavoro di abbattimento sia la distribuzione della legna ricavata; la commissione esporrà appositi avvisi invitando i cittadini a rivolgere istanza di assegnazione, controllando poi la distribuzione onde evitare abusi.

Oltre il lavoro, il fabbisogno alimentare e delle merci c'è il problema degli alloggi: le famiglie sfollate da Torino e i danni subiti da alcune case a causa del bombardamento aereo del 4 febbraio '43. A fine giugno '45 ci sono ancora in paese 289 sfollati. Il Comune con un'ordinanza del 6 settembre dispone che chiunque detenga alloggi inutilizzati, sia vuoti che ammobiliati, è obbligato a denunciarli presso la Commissione Alloggi; il proprietario non può affittare direttamente; l' assegnazione è di esclusiva competenza della Commissione, previo consenso del proprietario; la Commissione si riunisce tutti i giovedì alle ore 19 ed alla domenica alle 9 nei locali del Municipio.

Molti i reclami da dirimere sollevati sia dai proprietari sia dagli inquilini. I proprietari si lamentano di non poter far fronte alle spese di manutenzione dati gli affitti irrisori: le lastre di vetro per le finestre, ad esempio, si trovano soltanto sul mercato della "borsa nera" e a prezzi esorbitanti. Per contro gli inquilini minacciano di non pagare gli affitti se gli alloggi non sono resi abitabili.

E' tuttavia la situazione alimentare quella che desta maggiori preoccupazioni: da un promemoria inviato a luglio '45 al Governatore Militare Alleato si può rilevare quanto queste siano fondate.

Prodotti come la pasta (600 grammi mensili pro capite), la carne (200), i salumi (100), i grassi (100), il concentrato di pomodoro (25), la marmellata (data soltanto ai minori di anni 18 ed ai maggiori di anni 65), nei primi sei mesi del '45 non sono stati assegnati. Non soltanto nel '45 ma già nel '44 la distribuzione di tutti i generi soggetti ad annona è stata ridotta: la pasta è stata distribuita fino a luglio, i salumi solo a gennaio ed i grassi fino ad aprile, il riso - prodotto che ha pochissime necessità industriali di lavorazione ed è intensamente coltivato a 30-60 Km. di distanza - per il mese di dicembre non è arrivato e quanto consegnato nei primi sei mesi del '45 ha coperto il fabbisogno di un trimestre.

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La situazione è drammatica e non migliorerà per svariati anni; ancora il 7 settembre '47 in una riunione di Sindaci della zona, tenutasi a Rivoli, l'argomento principale è l'approvvigionamento viveri e l'assistenza invernale alla popolazione. Già in precedenza erano state tenute riunioni di Sindaci per focalizzare il problema del pane, dei prezzi, della situazione alimentare e delle difficoltà delle autorità comunali a reprimere le irregolarità e gli abusi speculativi. In questo senso il 20 luglio '46 inviano al prefetto di Torino, Ciotola, un esposto perché si faccia promotore presso il Ministro dell'interno De Gasperi affinché conceda una maggiore autorità al Sindaco nel reprimere abusi e speculazioni.

La situazione del vestiario, stoffe e tessuti in genere è quanto mai precaria sia per l'esigua quantità di merce (i Tedeschi avevano razziato i prodotti e le scorte), sia per i prezzi saliti a cifre iperboliche. Lo stesso dicasi per le calzature, prodotte con surrogati del cuoio, articolo quasi introvabile.

A causa delle razzie operate dai Tedeschi in ritirata, ad Alpignano mancano biciclette, unico e preziosissimo mezzo di trasporto individuale. Quelle rimaste, le più malandate, necessitano di ricambi. E' usuale vedere in circolazione biciclette con i copertoni e i cerchioni fasciati da stretti giri di corda; per non parlare poi delle camere d'aria che presentano decine e decine di rattoppi; a causa non solo della pessima qualità del materiale ma anche del disastrato manto stradale. Uno dei primi compiti del CLN è quello di consegnare, a chi ne fa richiesta, un lasciapassare per potersi recare nel basso Canavese, dove le truppe germaniche si sono arrese, nella speranza di poter recuperare una delle 90 biciclette requisite dai Tedeschi. Sul tema biciclette il Comune chiede, augurandosi di arginare definitivamente il problema, al Governatore Militare Alleato l'assegnazione di 10.000 copertoni ed altrettante camere d'aria.

Mentre CLN e Giunta lavorano alacremente per sopperire a tutte le necessità già si pensa con impegno e passione alle elezioni comunali in programma per la primavera '46. Al Segretario comunale, con telegramma prefettizio n. 36 del 18 luglio '45, è stato dato mandato di preparare le liste elettorali delle persone aventi i requisiti richiesti per poter votare; per la prima volta in Italia il voto è esteso anche alle donne. Il lavoro è "molto delicato e oneroso": al Segretario, nel '45 "non viene concesso l'ordinario congedo annuo ammontante a 30 giorni".

Con delibera n. 9 del 3 febbraio '46, vista la circolare prefettizia del 18 gennaio relativa alla concessione di un contributo straordinario per l'arredamento dei seggi elettorali a favore dei Comuni più bisognosi, la Giunta, impossibilitata a raggiungere il pareggio del bilancio di previsione 1946, fa richiesta alla Regia Prefettura di Torino di un contributo straordinario di £ 30.000 per l'arredamento di tre seggi elettorali e 12 cabine.

Il 9 marzo il Sindaco e 4 assessori nominano quindici scrutatori da ripartire nelle tre sezioni elettorali: sono elettori di ambo i sessi residenti in Alpignano e non compresi nelle liste dei candidati. Vengono estratti ed assegnati alle tre sezioni i quindici nominativi. L'Ufficio elettorale di ogni sezione è pertanto composto da un Presidente di nomina prefettizia, da un Segretario nominato dal Presidente e da cinque Scrutatori. Due seggi sono allestiti nei locali della scuola elementare Riberi, il terzo nei locali della "Casa del Popolo".

Le elezioni si svolgono il 25 marzo 1946; su 3212 abitanti gli elettori maschi sono 1282, 1390 le donne; votano il 92% degli aventi diritto; presentano liste i socialcomunisti, i democristiani, i liberali. Vengono eletti Consiglieri: Taglietto Luigi, Dellora Luigi, Giordanino Giovanni, Bertolotto Carino, Franchino Ilario, Gurlino Aldo, Chiri Emilio, Giordanino Violetta, Bosio Marcello, Bosio Augusto, Tuberga Mario, Perino Natale, Bertolotto Rosa, Polidori Gino, Odisio Riccardo, Badero Luigi, Mantello Amedeo, Bazzano Aristide, Granero Aldo, Mulatero Renato.

Il 31 dello stesso mese, avviene l'elezione del Sindaco, viene riconfermato Emilio Chiri; con l'insediamento della nuova Giunta (assessori Taglietto, Giordanino, Gurlino, Dellora, Badero, Granero), eletta dal popolo, cessa l'operato amministrativo del CLN e della Giunta "popolare".

 

Un'idea di autonomia e governo locale

Un ruolo particolare in questi anni, così difficili e ancora densi di problemi ma anche di aspettative, hanno i Sindaci. L' 11 luglio 1946, a pochi mesi dalle elezioni, su proposta di Miletto Silvio, sindaco di Pianezza, si riunisce il primo Congresso dei Comuni della zona. Sono presenti Alpignano, Collegno, Grugliasco, Druento e Valdellatorre. Si discute di temi pressanti e tuttora irrisolti che devono trovare soluzioni e linee di azione comune: il rincaro dei prezzi, la produzione e distribuzione del pane e del latte, la "borsa nera". L'operato dei Sindaci è troppo limitato, "le Autorità superiori si devono rendere conto delle necessità del popolo che reclama dagli amministratori locali provvedimenti che questi non hanno autorità per adottare e far rispettare".

Lo stesso Chiri in una riunione del 22 luglio, allargata ai comuni di Caselette e San Gillio, propone la convocazione di un Convegno più ampio e che coinvolga tutte le Amministrazioni locali della Valle di Susa. Svoltosi a Condove il 4 agosto, termina con un documento unitario innovativo e particolarmente interessante. Si chiede al Prefetto, al Ministro degli Interni, alla Commissione della Costituente di "organizzare un Consorzio o Lega dei Comuni al fine di approfondire e coordinare lo studio e la risoluzione dei problemi sulla base della comune esperienza"; di "rafforzare la potestà dei Sindaci e delle Giunte Comunali nella ferma esplicazione del loro mandato con l'autorizzarli ad avvalersi di tutti i mezzi che essi riterranno necessari ed opportuni, non esclusa la collaborazione di squadre di cittadini, di Carabinieri e di Agenti di Polizia"; di "conseguire l'autonomia finanziaria ed amministrativa, in armonia con le esigenze democratiche dell'attuale momento politico ed in conformità alle necessità locali contemperate con quelle dell'economia generale della regione e della Nazione"; di "combattere il contrabbando e la speculazione, con tutto il rigore consentito dalla legge"; di costituire in luogo "degli attuali ammassi, ammassi cooperativi del Popolo, ove i produttori si trovino indotti, nello stesso loro interesse, a conferire i prodotti".

Ancora nel Convegno del 4 e 5 settembre 1946, svoltosi a Roma, i Sindaci stretti in "una situazione amministrativa e finanziaria resasi grave e insostenibile", chiedono che venga discussa e votata al più presto il progetto di legge "circa le autonomie comunali", approvato dall' Assemblea dei Sindaci dei Capoluoghi .di regione nel congresso del 4-5 gennaio 1946.

Si dovrà attendere sino al primo gennaio 1948, giorno di entrata in vigore della Costituzione Italiana. L'articolo 5 e più in dettaglio il Titolo quinto della Parte seconda sanciscono, per la prima volta, la promozione delle "autonomie locali" e il "più ampio decentramento amministrativo".

Scompare così, nel dettato della Costituzione, il vecchio "Stato dei prefetti", ma non si realizza ancora un sistema di autonomia sufficientemente forte da costituire le basi di un federalismo robusto, ma rispettoso dell'unità nazionale. E' interessante notare che le radici di questa innovazione di cui oggi molto si discute si possano trovare nell'esperienza viva della nostra Comunità di mezzo secolo or sono.

 


BIOGRAFIE

opu10 (65K)Bazzano Aristide
Torino 8.1.1910 - Alpignano 18.5.1972
Arriva ad Alpignano nel 1930 al seguito dello zio Sestilio Bazzano. Fondatore e dirigente del reparto vetreria della Philips. Assunto presso lo stabilimento Philips, esercitò per oltre vent'anni il mestiere di soffiatore a mano per la fabbricazione delle lampade. "Persona nobile d'animo e sentimenti, tollerante delle idee altrui e convinto propugnatore della democrazia": così lo ricorda il figlio Gianpiero. Fisico atletico e sportivo, fu un valente portiere della squadra di calcio locale e un fervente sostenitore ed estimatore della Juventus.

Convinto credente, militò fin dall'adolescenza nella Azione Cattolica ed in tale rappresentanza partecipò al Comitato di Liberazione Nazionale Alpignanese clandestino nella veste di Presidente.

Dopo la Liberazione, fu membro del C.L.N. con la funzione di Segretario e componente della prima Giunta Comunale di Alpignano, eletta dal Comitato di Liberazione Nazionale, in rappresentanza della Democrazia Cristiana.

Fu tra i primi componenti la Commissione Interna Operaia presso lo Stabilimento Philips. Nel 1948, al seguito di Giulio Pastore, partecipò alla fondazione della C.S.I.L. (Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori) della quale fu Consigliere provinciale in rappresentanza del sindacato chimici.

 

opu11 (53K)Brozzi Giulietta
Mezzani (Parma) 22.12.1924 - vivente
Arriva ad Alpignano nel 1939. Viene assunta presso lo stabilimento Philips il 3 agosto 1939 come operaia. In fabbrica entra in contatto con altre donne antifasciste ed insieme si impegnano nell'attività di sostegno alla Resistenza confezionando distintivi, bandiere, indumenti, battendo a macchina comunicati e messaggi, portando conforto e assistenza alle famiglie dei partigiani che sono in montagna.

Dopo la Liberazione entra a far parte del C.L.N. alpignanese in rappresentanza dell'U.D.I. (Unione Donne Italiane).

 

 

 

 

 

opu12 (69K)Chiri Emilio
Alpignano 8.11.1902 - 18.8.1948
Di famiglia contadina, dopo aver frequentato le elementari, entra adolescente in fabbrica. Iscrittosi giovanissimo alla Gioventù socialista, diviene uno dei responsabili della sezione di Alpignano. Con la nascita del Partito comunista nel 1921, aderisce subito al nuovo movimento e, nel'22, subisce la brutalità delle squadre fasciste che assaltano e devastano la locale Cooperativa di consumo.

Anche sotto il nuovo Regime prosegue clandestinamente la sua attività. I122 febbraio '27 viene arrestato con l'accusa di propaganda antifascista. Il Tribunale speciale il 12 maggio '27 lo condanna a sei anni di carcere che sconta a Lucca e Sulmona. Scarcerato il 29 novembre '32 riprende con uguale impegno la sua attività organizzando il PC clandestino; il 7 aprile del '37 viene di nuovo arrestato perchè trovato in possesso di materiale propagandistico e condannato il 22 febbraio '38 ad altri sei anni di carcere da scontare a Fossano.

La durezza del carcere comincia a minare la sua salute; ma nei compagni di prigionia trova conforto per superare i disagi e mantenere salde le sue convinzioni.

Si rifiuta di scendere a compromessi col fascismo e di accettare il condono concesso dal capo del governo Mussolini; preferisce scontare per intero la condanna, ritornerà libero ad Alpignano soltanto il 13 aprile '43. Dopo 1'8 settembre entra nella Resistenza unendo le funzioni di esponente del C.L.N. alpignanese a quelle di Segretario della seconda zona del Partito per le Valli Susa e Sangone.

Il primo maggio '45, dopo la Liberazione, viene nominato Sindaco per i meriti acquisiti nella lotta antifascista; con le elezioni del marzo '46 la popolazione alpignanese gli conferma la fiducia. Il 31 dello stesso mese viene rieletto Sindaco: è il primo sindaco comunista di Alpignano.

Si impegna costantemente con tutte le sue forze e con intelligenza per affrontare la nuova situazione politica volta ad affermare la democrazia ed alleviare il disagio economico e sociale della popolazione. Non bada ad orari e fatica fino ad esaurirsi aggravando la sua condizione di salute, già minata dai duri anni di carcere e precipitando in una grave malattia che lo porta alla morte il 18 agosto '48, mentre si trova in Municipio, nel suo ufficio, a svolgere la sua mansione di sindaco.

La sua scomparsa provoca tra la popolazione incredulità, costernazione e rimpianto.

 

opu13 (55K)Pinelli Tullio
Torino 24.6.1908 - vivente

Figlio dell' alpignanese Ersilia Ratti e del giudice Ferdinando Pinelli. Frequenta gli studi classici e successivamente l'università di Torino dove si laurea in Giurisprudenza esercitando la professione di avvocato per dieci anni. Durante gli studi è allievo del prof. Augusto Monti e compagno di classe di Cesare Pavese, con i quali mantiene una costante amicizia fino alla loro scomparsa. Forma con loro e con altri giovani studenti tra cui Norberto Bobbio, Massimo Mila, Leone Ginzburg, Franco Antonicelli, quel gruppo di giovani intellettuali antifascisti, poi passato alla storia della Torino degli anni '20 e '30.

Fin da ragazzo si appassiona al teatro per il quale scrive alcuni testi che vengono rappresentati nel '32. Nel '42 abbandona l'attività forense per dedicarsi totalmente al teatro ed al cinema diventando soggettista e sceneggiatore, collaborando ai films dei maggiori registi italiani, ottenendo premi prestigiosi fra i quali il David di Donatello alla carriera. Nel 1998 ha ricevuto da parte del Presidente della Repubblica l'onoreficenza di Cavaliere di Gran Croce.

All'inizio del '44, trovandosi in Toscana, entra nella resistenza attiva e, in primavera, con la moglie e i quattro figli, ritorna in Piemonte; sfolla a Pavone Canavese, poi si trasferisce presso i genitori ad Alpignano dove entra in contatto con la Resistenza locale tramite Gino Polidori.

Viene delegato a rappresentare il Partito Liberale del C.L.N. alpignanese, nel quale ricopre la carica di cassiere. Entra a far parte dell'attività clandestina preparatoria dell'insurrezione dell'aprile '45 ed è impegnato, nei mesi successivi, nell'amministrazione del Comune liberato dove, fra 1' altro, è incaricato di liquidare il pesante debito contratto con il Municipio di Torino per la costruzione del Ponte Nuovo. Dal 1946 vive e lavora a Roma.

 

opu14 (251K)Polidori Gino, Cavaliere di Vittorio Veneto
Pontedera (Pisa) 11.10.1898 - Rivoli 28.6.1988

Arrivò ad Alpignano nel 1929 quando la Philips impiantò la vetreria a mano, nella quale fu assunto con la qualifica di Fuochista. Tutto il materiale refrattario, crogiuoli per la fondita del vetro, blocchi per il tiraggio dei forni ed altri pezzi speciali furono costruiti con il suo metodo di lavoro e sotto la sua vigilanza tecnica.

Acuto e sarcastico umorista, anche durante il fascismo non nascondeva la sua avversione al regime.

Promotore e animatore del C.L.N. clandestino alpignanese, coinvolse gli antifascisti locali in un'azione di sostegno alle formazioni partigiane ed al progetto di Governo Comunale da insediare a liberazione avvenuta. Dopo la liberazione divenne Presidente del C.L.N. e componente della Giunta Comunale in rappresentanza del Partito Comunista Italiano.

Per molti anni fu Segretario della Sezione locale del P.C.I. nella cui veste partecipò come oratore nelle varie campagne elettorali.

Fu tra i fondatori del Gruppo Anziani ANLA Philips Alpignano. Attivo componente del Comitato Direttivo, dimostrò una non comune ed apprezzata capacità poetica volta ad esaltare i valori dell'esperienza, della fedeltà e della socialità.

Cooperatore nella fondazione del Sindacato SPI-CGIL alpignanese, quando divenne Segretario dette grande impulso al numero degli iscritti ed istituì il servizio di patronato.

Combattente della prima guerra mondiale, divenne il prestigioso Presidente della sezione Alpignanese dei Combattenti e Reduci per numerosi anni.

Autorevole e attivo dirigente dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) meritò il conferimento della tessera ad honorem a vita, per particolari benemerenze verso la Resistenza.

E' 1' autore della relazione degli avvenimenti insurrezionali in Alpignano dal 26 aprile al 6 maggio 1945, indirizzata al CLNRP (Comitato Liberazione Nazionale Regione Piemonte).

 

opu15 (207K)Pralotto Battista
Alpignano 22.2.1912 - Alpignano 30.4.1990

Ancora adolescente viene assunto presso la Manifattura Boneschi di Alpignano con la qualifica di apprendista. Lavorò ininterrottamente per 47 anni diventando un tecnico tessile provetto con la mansione di Capo Reparto, guadagnando la stima e l'apprezzamento della Ditta e dei dipendenti sottoposti.

Convinto credente praticante, si impegnò nelle organizzazioni Parrocchiali, occupando la carica di Vice Presidente dell'Azione Cattolica, fu membro della Compagnia di San Vincenzo. Per l'attività sull'AC fu accusato dal regime di antifascismo, per cui ad ogni visita di un personaggio politico nella zona veniva tradotto in cella di sicurezza e trattenuto fino al termine della visita.

Fece parte del gruppo di antifascisti che fondarono il C.L.N. clandestino Alpignanese e in rappresentanza della Democrazia Cristiana fu nominato componente della Giunta Comunale che durò in carica fino alle prime elezioni amministrative del marzo 1946.

La figlia Adriana lo ricorda come "persona riservata, semplice, ma sempre pronto ad aiutare gli altri".

 

Fecero parte del C.L.N. alpignanese dal periodo clandestino alle prime elezioni amministrative del marzo '46.:

opu16 (225K)Taglietto Luigi
nato ad Alpignano il 12.10.1899, morto ad Alpignano il 14.2.1979.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

opu17 (229K)Oberto Daniele
nato ad Alpignano il 21.10.1903, morto ad Alpignano il 20.12.1986.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

opu18 (181K)Dosio Vincenzo
nato ad Alpignano il 10.5.1889, morto ad Alpignano il 15.9.1976.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rech Alessandro, nato a Thiene il 24.9.1893, residente ad Alpignano fino al 1935, morto a Torino il 23.4.1958.

 

Allais Mauro, nato ad Avigliana il 3.4.1912, residente ad Alpignano fino al 1947.

 

Gamba Vittorio, nato a Torino il 9.6.1892, morto ad Alpignano il 4.10.1960.

 

 


DOCUMENTI

COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE ALPIGNANO

Relazione sugli avvenimenti in Alpignano dal 26 aprile al 10 maggio 1945.

Giorno 26 aprile

Il C.L.N. locale inizia l'applicazione pratica dei piani elaborati per l'insurrezione prendendo contatti con le formazioni del C.V.L. e della S.A.P. locali.

Già nei giorni precedenti varie riunioni sono state tenute fra i componenti il C.L.N. ed i più diretti collaboratori. E' impostata la composizione della prima Giunta Comunale per non trovarsi sprovvisti di uomini al momento opportuno.

Tutti agiscono nell'ambito del loro incarico anche se nel paese nulla trapeli ancora fra la popolazione.

Viene portato a conoscenza da un membro delle squadre detta D.C. che militari del locale presidio germanico trattano con privati la cessione delle scorte viveri esistenti presso il Castello. Intervengono immediatamente membri Allais e Neirotti i quali, non essendo ancora la situazione matura, riescono a trattare l'acquisto in blocco per conto del Comune della farina di granoturco esistente. Il prezzo viene stabilito in L. 2,00 il Kg. contro una richiesta iniziale di L. 6,00. Un primo quantitativo di una ventina di quintali viene trasportato in luogo sicuro; in seguito il Comando Germanico sospende d'improvviso la consegna rimandando al giorno seguente le trattative. Nello stesso giorno presso altro nucleo germanico si ottiene l'autorizzazione di disporre di un vagone di patate esistenti presso la Stazione Ferroviaria. Vengono scaricate e trasportate in luogo sicuro.

Nella sera un incidente grave turba l'animo del C.L.N. locale: un componente della S.A.P. viene ucciso da una pattuglia germanica di vigilanza ai materiali presso la Stazione Ferroviaria.

Nella notte ha inizio l'esodo attraverso il paese delle truppe di copertura del fronte alpino; nelle prime ore della sera incaricati per l'alloggiamento percorrono il paese requisendo camere per le truppe che nella notte dovranno transitare.

27 aprile

Il movimento insurrezionale ha inizio: ognuno svolge il suo compito in attesa dello svolgersi degli eventi. Non possono essere intraprese operazioni di disturbo per l'enorme sproporzione numerica causata dal passaggio di foltissime colonne germaniche ma si vigila sulle opere stradali per essere pronti ad intervenire ad evitare le distruzioni già da lungo tempo predisposte dei due ponti sulla Dora.

E' portato a buon fine nella giornata il lavoro di ricupero di un certo quantitativo di farina per panificazione giacente presso il Molino della Barca; materiale che era bloccato a favore delle forze armate germaniche. L'operazione è condotta a termine dagli uomini della D.C.

Frattanto presso lo Stabilimento Philips si riuniscono gli uomini delle S.A.P. locali che si inquadrano in attesa di entrare in azione.

Gli approcci fatti colle truppe germaniche di passaggio permettono di stabilire che i soldati sono scientemente tenuti all'oscuro dai loro ufficiali dei reali sviluppi della situazione militare: gli stessi ufficiali sono increduli e stupefatti delle notizie che apprendono, ma ciò malgrado non intendono arrendersi se non ad un comando regolare. Nella sera la colonna che si era fermata nel paese riprende la marcia nel vano tentativo di riuscire ancora a mettersi in salvo.

Nella notte continua il flusso incessante delle colonne che giungono ora anche dal fronte Alpino della zona di Cuneo.

28 aprile

Giunge nelle ore del mattino una colonna di carriaggi appartenenti sembra all'artiglieria germanica. Fra la colonna appaiono molti elementi delle Divisioni Italiane, Ausiliarie, Brigate Nere ecc.

Viene distribuito un certo numero di giornali giunti nel frattempo da Torino (si tratta dell'Unità) i quali fanno il loro effetto nell'illustrare convincentemente la situazione meglio di qualsiasi discorso.

Gli effetti non tardano a farsi sentire ed infatti si notano i primi sintomi di arrendevolezza da parte di questi elementi.

Nella giornata si sorveglia attivamente il materiale giacente presso la locale Stazione Ferroviaria e viene impedito ogni tentativo di saccheggio.

29 aprile

Altre colonne continuano ad affluire, si può dire che di giorno e di notte la sfilata continui incessante, con delle pause solo nelle ore diurne durante le quali la paura di avvistamenti da parte dell'aviazione consiglia tutte le colonne a sostare.

Il viale alberato che conduce alla Stazione Ferroviaria al paese è il posto preferito dalle colonne in sosta.

Nella giornata vengono avviate nuove trattative per ottenere la resa almeno degli elementi italiani aggregati alle colonne ed infatti alla sera un buon numero di ufficiali con alcuni soldati ed alcune ausiliarie si presentano al locale C.L.N. consegnando le armi e costituendosi prigionieri.

Con le cautele del caso perchè il paese è continuamente attraversato da truppe germaniche vengono accompagnati ai locali del Dopolavoro Philips dove vengono sistemati in una stanza sotto scorta armata.

Le varie squadre S.A.P. e D.C. provvedono intanto a presidiare la centrale elettrica ed i ponti sulla Dora.

30 aprile

Per ragioni prudenziali, il locale del Dopolavoro poteva essere da un momento all'altro invaso da truppe germaniche; i prigionieri vengono avviati ad una casa fuori del paese. Alcuni altri in minor numero vengono intanto rastrellati e portati nello Stabilimento Philips dove le squadre S.A.P. hanno il loro Quartier Generale in attesa di altra Sede.

Nel mattino un gruppo di coraggiosi, civili e appartenenti alle S.A.P. della D.C. provvedono, nonostante il continuo passaggio di truppe in fuga, alla rimozione delle cariche delle mine del ponte nuovo che nel frattempo i guastatori germanici avevano collocate nelle buche già da tempo pronte.

L'operazione viene svolta nella giornata a diversi intervalli sotto la sorveglianza delle squadre.

Le truppe di passaggio danno sempre più evidenti segni di disgregazione: tutti i mezzi di trasporto sono utilizzati per mettersi in salvo.

1° maggio

Si leva finalmente l'alba del giorno tanto atteso e trova il paese sgombro di germanici, non è però che una breve parentesi, infatti arriva tosto una colonna di circa 200 ciclisti seguita da un piccolo gruppo di automezzi.

In un primo tempo pare vogliano sostare presso la Villa Del. Membri del C.L.N. si recano immediatamente sul posto ed illustrano la situazione al Comandante. Quasi subito la colonna riparte e prosegue attraverso il paese ed il ponte vecchio verso Torino nel vano tentativo di sfuggire ad una sorte ormai segnata.

Alcune macchine si rifiutano di proseguire; con rabbia gli occupanti scendono e tentano di incendiarle, qualcuna non può essere salvata ma alcuni automezzi vengono messi in salvo quasi intatti.

Un solo grave incidente che avrebbe potuto avere gravi conseguenze: un autocarro carico di benzina e munizioni viene incendiato e abbandonato fra le ultime case del paese: solo a prezzo di duri sforzi vengono scongiurati i pericoli di incendio per le case vicine che tuttavia rimangono seriamente danneggiate dalle esplosioni del materiale contenuto.

Sono frattanto arrivate in paese le prime pattuglie delle truppe francesi provenienti dal Moncenisio. Si tratta di pochi uomini distaccati dal restante grosso che non ha potuto proseguire per le interruzioni stradali provocate dai nemici in fuga specialmente sui valichi alpini.

Nel pomeriggio viene deciso improvvisamente di effettuare il corteo al Cimitero, organizzato per il 1° maggio e rimandato per la presenza delle truppe di passaggio; la manifestazione riesce imponente. Il corteo si snoda mesto eppur fiero attraverso tutto il paese fra uno sventolio di tricolori, fra il plauso ed il consenso della popolazione che appare liberata dall'incubo che per tanto tempo ha gravato su tutti.

Sulla piazza del Municipio prende la parola il nuovo Sindaco Chiri Emilio vittima della persecuzione fascista. Al Camposanto prendono la parola il concittadino Taglietto, imprigionato a seguito degli scioperi del marzo 1943 il quale rivolge un commosso saluto ai caduti ed invita la popolazione a sentimenti di calma e comprensione delle sciagure nazionali che permetta l'opera necessaria di ricostruzione in una atmosfera di concordia e di comprensione. Prende quindi la parola il compagno Polidori vivamente applaudito che invita la popolazione a considerare l'importanza della celebrazione.

Il corteo si ricompone e ritorna alla Sede Municipale ove, nella Sede più degna avviene la prima seduta della Giunta Municipale che nei giorni precedenti si era già più volte riunita nei locali del Dopolavoro Philips per discutere i problemi inerenti il trapasso dei poteri.

La seduta di cui a parte è stato redatto verbale, prende importanti deliberazioni in merito al nuovo ordinamento civico ed amministrativo del Comune e si scioglie per ritrovarsi regolarmente il mattino seguente sul posto del proprio lavoro responsabile e costruttivo.

2 maggio

Il paese è ormai libero ed imbandierato: si può finalmente esaminare con un po' di calma la situazione del Comune. L'ufficio annonario sotto la spinta del Comitato per I 'Alimentazione viene stimolato ad ottenere il massimo possibile in questi momenti per assicurare alla popolazione una certa regolarità nei servizi amministrativi dell'alimentazione.

La situazione appare seria: le scorte ufficiali permetteranno di arrivare al massimo fino al 10 maggio per la panificazione, mancano quasi completamente i grassi. Il servizio della locale Centrale del Latte è insufficiente a soddisfare le richieste della popolazione per lo scarso gettito della stessa Centrale che raccoglie appena 220-250 litri di latte al giorno.

Viene disposta la distribuzione delle patate: gratuitamente in due riprese vengono distribuiti a tutta la popolazione Kg. 4,5 per ogni abitante.

Si concreta un piano per la distribuzione delle scorte di farina che pare conveniente ripartire fra i vari consumatori.

Viene decisa una revisione delle tessere annonarie che sarà fatta in tre giorni.

3 -10 maggio

Questi sette giorni movimentatissimi per quanto riguarda gli avvenimenti militari che nel frattempo precipitano non sono meno movimentati per il lavoro che si svolge incessante presso il Comune. Tutti si adoperano nel loro compito per risolvere la somma di lavoro improvvisamente piombata sul C.L.N. locale, sulla Giunta e sui vari Comitati.

Una questione, sopra tutte le altre innumerevoli, tiene occupati per parecchi giorni il C.L.N. Si tratta dei prigionieri fatti i quali vengono a più riprese richiesti da varie formazioni partigiane o da gruppi isolati di partigiani per essere passati alle armi. Il C.L.N. che ha trattato la resa assume un atteggiamento fermo e non consegna i prigionieri anche se comprende che una giusta punizione dovrà cadere su quelli che risulteranno aver sbagliato.

Tuttavia, data l'eccitazione del momento si ritiene opportuno attendere d'aver garanzie sufficienti prima di consegnare i prigionieri ad altre formazioni. Vengono presi contatti col C.L.N. di Torino che conferma quanto già di sua iniziativa il C.L.N. locale aveva fatto.

Tuttavia sabato 6 vengono presi contatti direttamente col Comando della 46a Divisione ALDO BARATTA e col Comando Polizia della Piazza di Rivoli. In seguito a questi contatti i prigionieri sono consegnati al Comando Piazza di Rivoli che li terrà a disposizione del Comando Piazza di Torino.

Intanto, nei giorni 7, 8 e 9 si svolge il controllo delle tessere annonarie e la consegna dei buoni per il ritiro della farina che permetterà alla popolazione alpignanese di arrivare con una razione di pane di circa 200 grammi fino al 80 giugno.

Viene convocata una riunione dei panificatori e dei mugnai locali e si prendono accordi per la risoluzione del problema della confezione del pane.

Ormai il lavoro di ricostruzione è avviato; l'atmosfera del paese è abbastanza tranquilla, ognuno ha ripreso il suo posto di lavoro e si inizia il normale lavoro di amministrazione comunale anche se molti problemi del prossimo futuro appaiono ancora difficili ed oscuri.

La settimana si chiude con la convocazione per il mattino del 10 corrente alle ore 9 della Giunta Comunale per il primo esame collettivo della situazione quale è venuta a profilarsi dopo la completa liberazione.

La settimana è stata piena di sensazionali avvenimenti internazionali. La resa totale della Germania viene accolta con gioia e serenità: si attende ormai che la nera cappa che da troppi anni gravava sulla nostra cara Italia si sollevi e permetta ad ognuno di volgere lo sguardo in alto ed in avanti verso un nuovo avvenire di serio lavoro e di libertà.

Archivio dell'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte (AISRP), H 1 b.


Nomina cariche comunali
Verbale di deliberazione del Comitato di Liberazione Nazionale, 1 maggio 1945
(ACA, Delibere Giunta Comunale, 1943 - 1948).

opu19 (1507K)

opu21 (1195K)



Nominativi del CLN e della Giunta Comunale, Alpignano, 22 giugno 1945 (AISRP, H lb).


Riunione dei Sindaci della Valle di Susa. Lettera e verbale, Avigliana, 5 agosto 1946 (ACA, cart. 278, fasc. 8).


Lettera del Sindaco Emilio Chiri all'onorevole Umberto Terracini, Alpignano, 2 settembre 1946 (ACA, cart. 278, fasc. 8).


FONTI ARCHIVISTICHE
Archivio Comunale Alpignano (ACA):
Comitato di Liberazione Nazionale, delibera I maggio 1945
Giunta Municipale, delibere 27 maggio 1945 a 9 marzo 1946
Leva e Servizi Militari, cartt. 527, 528, 529
Sindaco, cart. 278, fascc. 7-8.

Archivio Istituto Storico della Resistenza in Piemonte (AISRP):
Cartella Alpignano, H1b.


FONTI ORALI
Testimonianza di Bazzano Gianpiero, resa a Giovanni Mattutino, il 21 agosto 1998.
Testimonianza di Brozzi Giulietta, resa a Mariella De Vietro e Giovanni Mattutino, settembre 1998. Testimonianza di Pralotto Adriana, resa a Giancarlo Straulino e Giovanni Mattutino, luglio 1998.


BIBLIOGRAFIA

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La Cappella dedicata ai Caduti.
Cartolina illustrata, 1939 (Collezione Mariella De Vietro)